Res com un bon llibre

Quando Internet non c´era

Quando Internet non c´era

Quando Internet non c´era

Editorial: Sellerio

Pàgines: 240

Any: 2009

EAN: 9788838923227

15,95 €

Sense existències ara

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L´amore per la letteratura, la ricerca di libri e scrittori, l´intreccio inestricabile di vita e arte: un diario intimo che svela un uomo, un abitatore di tutti i confini. Con una malinconia sottostante: come il messaggio dell’ultimo maledetto. Testo risvolto Angelo Morino, coltissimo ispanista, sensibile traduttore, scrittore, segugio editoriale di scrittori di lingua spagnola e non solo, nella vita era una specie di Jean Genet, un intreccio inestricabile di vita e arte; o un’altra incarnazione di Querelle de Brest, il personaggio genetiano dalla filosofia dissoluta. Ma un Genet-Querelle la cui sete di vita e di mettersi alla prova erano rese intellettualmente rilevanti e culturalmente produttive dall’attività di ricerca letteraria. Così, per Morino, fare ricerca, essere professore universitario, era tutt’altro che seppellirsi in biblioteca e frequentare convegni: al contrario, cercava libri e scrittori con lo spirito audace del vagabondare per i porti. Inseguire scrittori e libri che lo incuriosivano era per lui la trama di base per l’avventura, purché mai del tutto regolare. Lo incoraggiavano, in questo correre sul filo, gli anni più liberi e sperimentali in cui visse la sua gioventù, e l’omosessualità mai nascosta. Questo libro è stato trovato nel suo computer, dopo la morte improvvisa avvenuta nel 2007 a cinquantasette anni. Racconta la sua vita, dalla scoperta dell’amore per la letteratura, intersecata nelle note con delle miniature dei personaggi incontrati. Un diario intimo che svela un uomo che si sentiva più esploratore che studioso; che considerava la traduzione (sempre rimproveratagli: «un professore universitario non si sporca le mani traducendo») un mezzo per capire l’altro, uno scambio vitale, quasi un obbligo di civiltà; che non riusciva mai a separare le pagine dalla vita di chi le aveva scritte; che cercava sempre, nei testi vivi come in quelli morti, la verità esistenziale di cui dovevano racchiudere la testimonianza sincera. Un abitatore di tutti i confini. Con una malinconia sottostante: come il messaggio dell’ultimo maledetto.
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